sabato 17 marzo 2012

Elogio del sedere femminile

6/10/2006


Gli psicanalisti, nelle loro dotte elucubrazioni hanno diviso gli uomini in due distinte categorie: ciuccioni, che inseguono per tutta la vita il seno delle donne, per rammentarsi di quello della mamma e feticisti, adoratori più o meno espliciti del sedere, quale fonte di piaceri raffinati.
La pittura, la scultura, il cinema, i rotocalchi, i concorsi di bellezza hanno nei secoli glorificato questo prezioso attributo femminile e, mentre Tinto Brass, con ambizioni filosofiche, ha scritto un piccolo trattato sull’argomento, noi vogliamo proporre una piccola carreggiata di immagini per la gioia degli occhi e per gli spericolati ed innocui giochi della fantasia.
Nel cinema capostipite indiscusso e fonte primaria di delizie visive e sogni proibiti è il posteriore sodo e vigoroso di Brigitte Bardot (fig.1), che surclassa quello pur esuberante della bagnina Anderson (fig.2) e quello stilizzato e sfuggente della Kidman (fig.3), un’icona proibita per le nuove generazioni.




L’arte ha sempre dedicato grande attenzione alla bellezza femminile dalla statuaria che, con la rigida fissità della materia, ben rende la ricercata consistenza coriacea dell’attributo, come nella Venere (fig.4) di ignoto conservata nella collezione Pagliara, alla pittura che con Botero nella Donna di spalle (fig.5), realizzata nel 1989 ed in collezione privata ginevrina, ci raffigura un’enorme bambinona, nella sua innocente nudità, certamente non più volgare di un frutto ben maturo, con la sua scorza o sbucciato, decisa nell’esposizione, invitante ed accogliente. Ella si predispone all’occhio esterrefatto dell’osservatore, creando intorno a sè una nicchia dove un compagno di avventura è invitato come amante, ad accarezzare le sue forme generose di  divinità dell’opulenza e nello stesso tempo di brava ragazza.



Niente di più moderno di questo epicureismo alleggerito da ogni totem e tabù vittoriano. Niente di meno contemporaneo, niente di più fedele alla Venere allo specchio di Velazquez o alla Maja desnuda di Goya, di questi ripetuti inni all’innocenza della voluttà. Nei suoi dipinti per  Botero ciò che conta veramente è poter gioire dell’essere in vita con buona salute ed opulenta complessione.
Terminiamo questa rapida carrellata proponendo un sedere di miss Italia (fig. 6), di top model da calendario (fig.7), di strega…, in piena attività a dorso di una scopa (fig.8) e di un’arzilla sessantenne (fig.9) ancora in splendida forma.



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