domenica 25 marzo 2012

Il tracollo delle ferrovie

2/4/2009


Il treno ad alta velocità Frecciarossa percorre la distanza tra Milano e Roma in tre ore, minuto più più minuto meno; Berlusconi raggiante lo ha reso noto a tutti gli Italiani con il suo viso rubicondo e sorridente. 
Siamo tutti contenti di essere entrati, anche se in ritardo di anni, nel ristretto novero delle nazioni che corrono, ma siamo incazzati neri per lo stato rovinoso in cui versa la nostra rete ferroviaria, con treni pendolari che impiegano lo stesso tempo necessario al lider maximo per recarsi a Palazzo Chigi dalla sua villa di Arcore per raggiungere il posto di lavoro ogni giorno andata e ritorno, senza considerare superaffollamenti con annessi miasmi pestilenziali, latrine otturate, carrozze deturpate e sedili disastrati. 
Il governo ha stanziato cifre da capogiro per salvare l'industria automobilistica che boccheggiava; ha sperperato denaro pubblico in nome del consumismo per rianimare un prodotto, l'auto, che ha fatto il suo tempo: inquina, produce traffico e stress senza permettere una mobilità soddisfacente al cittadino, la quale può essere garantita solo dal mezzo pubblico. I grandi e super pagati manager non avevano previsto il declino di questo anacronistico mezzo di trasporto? Assurdo, lo avevano capito i comuni mortali, lo stesso Beppe Grillo. 
Non sarebbe stato più opportuno un audace programma di modernizzazione delle ferrovie e la costruzione di migliaia di autobus. Se si dovevano regalare soldi alla Fiat, bisognava obbligarla a fabbricare vagoni e filobus. Non tutto è perduto, l'opinione pubblica può ancora far sentire la sua voce e salvare l'Italia dal disastro. 

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