venerdì 23 marzo 2012

Le mendaci pillole dell'amore

12/1/2009


Periodicamente qualche articolo pubblicato su una rivista scientifica più o meno qualificata sulla chimica dei sentimenti rappresenta l'occasione per una diffusione della notizia sui mass media, spaventati che l'amore cantato da Dante e da Shakespeare possa ridursi ad un gioco di molecole riproducibili in laboratorio e somministrabile per via orale.
Su Nature e sul Journal of Neuroscience sono stati pubblicati due lavori che identificano nell'ossitocina, un ormone secreto dall'ipofisi, implicato nella lattazione e noto da decenni lo starter point in grado di scatenare quella tempesta di sconvolgenti sensazioni che ti tolgono il sonno e la fame, ti fanno sentire invincibile, al di fuori del tempo e dello spazio e che i comuni mortali indicano come amore, un quid misterioso ed indefinibile, senza il quale la vita non sarebbe degna di essere vissuta, anzi, forse, non esisterebbe affatto.
Si parla di uno spray che emette ossitocina, provocando un aumento della premura delle madri verso i figli e lo si presenta come una novità, mentre un prodotto simile esiste da sempre per favorire l'incremento della secrezione lattea nella puerpera ed io stesso rammento, nei lontani anni Settanta, nel piccolo ospedale dove lavoravo, il sorriso radioso delle neo mamme verso i bimbi che attaccano al seno nei minuti successivi alla somministrazione del medicinale, che andava e va tuttora sniffato.
Prima di continuare la discussione è opportuna una fondamentale chiarificazione, senza la quale si andrebbe fuori strada: innamoramento ed amore  sono due cose ben distinte, il primo fugace e spesso effimero, il secondo duraturo ed a volte capace di sfidare l'eternità.
Inoltre nella storia biologica dell'uomo il passaggio dall'attrazione sessuale basata sull'odorato, il regno dei ferormoni, a quella visiva collegata ad aree cerebrali specializzate ed a mediatori neuronali è stato lungo ed è lungi dal concludersi, con l'ipotalamo posto al centro dell'encefalo a fare da regista, inducendo emozioni sofisticate, che preludono ai sentimenti e pulsioni primitive, come l'erezione e l'orgasmo, sotto il dominio degli ormoni sessuali. 
Per cui niente timori, il cammino da percorrere per la scienza è appena all'inizio e l'uscita di un farmaco perentorio nell'effetto come il Viagra è lontana.
L'antico sogno di poter indurre la passione a comando, che ha dato per secoli potere a maghi e fattucchiere con i loro filtri d'amore a base di mandragola e intrugli segreti durerà ancora. Ostriche, champagne, cioccolata nera ed altri alimenti afrodisiaci continueranno a fornire piacevoli illusioni, non dissimili da quelle delle misture che cominciano a circolare su internet, spacciate per miracolose, ma utili solo a provocare un effetto placebo.
Tranquilli non ci sarà mai un farmaco in grado di suscitare e far durare un amore, come non basta l'acqua di tutti gli oceani a spegnerne uno vero.

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