lunedì 19 marzo 2012

Un appassionato bacio accademico

26/6/2007


Completati gli studi medici con la laurea e le specializzazioni in Ostetricia e Ginecologia ed in Chirurgia Generale (In tutto quindici anni: 6 + 4 + 5), cominciai a dedicarmi alle lauree umanistiche. Contavo di conseguire quelle in Lettere, Giurisprudenza ed Economia, ma dopo la prima, fui attratto irresistibilmente dal gioco degli scacchi, che costituiscono una sorta di droga alla quale dedicare le migliori energie, per cui pensai unicamente a conseguire il traguardo del titolo di maestro, raggiunto nel 1994 e trascurai gli studi accademici e la frequentazione delle severe aule universitarie. Mi resta però la speranza che qualche laurea mi venga assegnata honoris causa, tenendo conto che oggi è invalsa l’abitudine tra le università italiane, anche prestigiose, di fare a gara nel conferire a cani e porci lo svalutato alloro accademico. 
Gli studi classici mi entusiasmavano ed eccitante era anche frequentare, pur se sporadicamente, le lezioni seguite da un pubblico esclusivamente femminile, nel quale, scartando a priori grassone ed occhialute, si poteva, spesso e volentieri, cogliere qualche fiore profumato, a volte addirittura vergine.
Il mio libretto era una sfilza di trenta e quando andava male ventinove.
Le materie mi interessavano ben più di quanto mi avessero interessato quelle di medicina, per lo studio della geografia impazzivo e parimenti per la storia, mentre la lettura della Divina Commedia più di una volta, lo confesso, mi portava all’orgasmo.
Ricordo con emozione l’esame di Letteratura italiana tenuto dal celebre italianista Vallone, uno scoglio tra i più ardui da superare, per la vastità dei programmi e per la proverbiale severità del personaggio, unanimemente riconosciuto come intossicoso. Il docente era solito, uno tra gli ultimi in Italia, sostenere le sedute d’esame in toga, dando un tocco di solennità alla prova.
Per accedere al suo cospetto era necessario superare un pre esame con i suoi collaboratori: due cerberi, un uomo ed una donna, la seconda cerbera anche d’aspetto ed in più dotata di un alito pestifero.
Per fortuna a me capitò l’uomo, il quale, con sufficienza, vedendomi attempato e scambiandomi per un fuori corso d’annata mi chiese se ero preparato.
”Fin troppo gli risposi spavaldo”.
Il docente prese una Divina Commedia e gettandola sulla scrivania fece sì che si aprisse una pagina a caso: “Leggi e commenta!”. “ Leggo? Recito a memoria”. 
Per mia fortuna era capitato il canto XXVI dell’Inferno, quello per intenderci celeberrimo che narra di Ulisse e delle sue avventure.
Sorpreso, di nuovo il professore prese un’antologia e la aprì a caso: “Leggi e commenta!”. “Leggo? Recito a memoria. Anche questa volta un culo formidabile, era capitato Il Passero solitario di Leopardi.
Al secondo colpo il cerbero cedette di schianto ed interrompendo Vallone affermò perentorio: “Professore lo interroghi lei questo studente è preparatissimo”.
S’interruppero tutti gli esami e coram populo cominciò il mio. Le esaminande si posero a semicerchio intorno al luogo della tenzone ed erano attentissime allo svolgimento, il che aumentò la mia emozione ed il timore di fare una eventuale figura di escremento davanti a tante fanciulle, molte delle quali avevo riconosciuto come mie ex clienti.
La prima domanda fu micidiale:” Mi parli delle commedie minori dell’Ariosto”.
Era chiaro l’intento sodomizzante di una domanda così difficile, ma fortuna volle che la mia preparazione non era rappezzata e risposi in maniera esauriente. 
Dopo un’incursione nelle letterature straniere ed un panegirico su D’Annunzio il professore cedette le armi. “ Non perdiamo più tempo lei è formidabile, lo studente più preparato in quaranta anni di insegnamento, lasci che la baci”.
Naturalmente il professore non era gay, ma si trattava del famigerato bacio accademico, una gioia ed una soddisfazione indescrivibili e qualcosa da raccontare ai nipoti ed infatti conto di farlo quanto prima a Leonardo, il mio dolce discendente, non appena avrà uso di ragione. 
Nell’attesa la storiella è posta all’attenzione dei miei pochi, ma affezionati lettori.

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